Antonino Liberi (1855-1933)

Antonino Liberi nasce a Spoltore il 18/2/1855 da Pasquale e Fiorangela Conti. Compie gli studi presso il “Liceo-ginnasio G.B. Vico” di Chieti e successivamente si laurea in ingegneria.

Il 16 /2/1883 viene nominato ingegnere comunale presso il Comune di Pescara, che gli affida il piano urbanistico di ampliamento, approvato dal Consiglio comunale il 9/1/1884. Con il nuovo incarico si inserisce come protagonista nel fervore di opere di rinnovamento edilizio della città: sono di questi anni Palazzo Perenich (1884), Casa Conti (1884), Casa Bucco (1892), il Palazzo della Banca di Pescara (oggi De Cecco) del 1892, nei quali viene riproposto, nell’ambito dell'eclettismo ormai imperante nel resto d’Italia e d’Europa, uno stile neorinascimentale che riscopre il bugnato per decorare le facciate, la bifora, la fascia marcapiano, la successione regolare delle finestre.

Con l’inizio del nuovo secolo e il graduale sviluppo della città di Pescara, le esigenze di rinnovamento urbanistico determinano un modo d’intervenire sullo spazio urbano caratterizzato da una maggiore attenzione alle facciate delle case. Con l’intento di migliorare e abbellire la città ed ispirandosi a temi e tipologie di stile floreale diffusisi in Italia e in Europa, il Liberi progetta e realizza numerosi edifici, sia pubblici come il Grand Hotel ed il nuovo teatro Michetti (già Politeama Aternino), entrambi del 1910, sia privati, come il villino Clerico e il villino Costanzo.

In questi anni si dedica con grande impegno ad un progetto che vede la valorizzazione del quartiere Pineta, con l’intento di trasformarlo in stazione di soggiorno turistico-balneare, una “Città giardino” con grandi viali, passeggiate, parco, ampio stadio, nonché un padiglione di esposizione.

Posizione centrale in questo progetto viene ad assumere il Kursaal, centro di ritrovo mondano-culturale della borghesia pescarese.

Lavorerà anche a Francavilla, dove realizzerà il Palazzo Sirena, e a Roma, dove ripropone in vari villini caratteri tipici dello stile floreale.

Nei primi anni Venti Gabriele d’Annunzio, del quale ha sposato la sorella Ernesta, gli affida il restauro della sua casa natale, essendo a lui legato da profonda stima ed affetto. Ma una serie di incomprensioni ed equivoci renderanno sempre più difficile il rapporto con il Poeta che, insoddisfatto dei restauri che il Liberi va conducendo, gli revoca l’incarico per affidarlo al Maroni.

Muore il 3 dicembre 1933.