La casa nell'opera letteraria del poeta

Nella vasta produzione dannunziana i richiami alla casa natale compaiono ripetutamente sia nei vari carteggi con i quali il Poeta tiene vivi i propri incontri e i propri affetti e con i quali affronta i più diversi problemi della sua esistenza e del suo ruolo, sia nella sua opera in prosa e in versi:

Poema Paradisiaco

Tra il 1891 e 1893,anni in cui lo scrittore avverte la necessità di “o rinnovarsi o morire”, nella raccolta poetica “Poema paradisiaco”, egli si orienta verso una tematica di ritorno all'infanzia, all'innocenza degli anni giovanili, accanto alla madre, sullo sfondo della casa natale che diventa emblema di un passato caro ed indimenticabile:

Consolazione
Buon messaggio
Ai lauri

Laudi

Tra il 1899 e il 1904 d'Annunzio compone il più ambizioso programma della propria lirica: quattro libri delle Laudi del cielo, del mare, della terra e degli eroi. Nel I libro Maia, nel lungo carme di 8500 versi, Laus vitae, come Ulisse in vista di Itaca, così il Poeta evoca con nostalgia la terra dove riposano le ossa del padre.la casa paterna,le sorelle la madre.

La terra paterna
Le tre sorelle
Inno alla madre mortale

Dopo il 1910,d'Annunzio entra nella fase che la critica letteraria ha definito della prosa “allusiva”, “notturna” o “segreta”, dove egli si dispiega nelle vere e proprie prose di memoria: Le faville del maglio, Notturno, Libro segreto.
In questi scritti d'Annunzio tesse con fare discorsivo una ininterrotta evocazione del passato disseminando come in un diario i propri ricordi, recuperando figure, luoghi e fatti del passato.

Le Faville del maglio

Un d'Annunzio teso ad esplorare i risvolti segreti della sua vita e della sua arte e i desideri inespressi,si rivela nelle prose pubblicate prima sul “Corriere della sera”, tra il 1911 e 1914, sotto il titolo Le faville del maglio e poi in due raccolte: Il secondo amante di Lucrezia Buti (1924/1926) e Il compagno degli occhi senza cigli. In quest'ultima prosa, ci offre una serie di ricordi dell'adolescenza legati alla figura di Dario, vecchio compagno di collegio, dove rievoca un passato che proietta riverberi sul presente.

La carbonaia

Notturno

Il Poeta, ferito all'occhio destro in seguito ad un atterraggio di fortuna durante un volo in idrovolante nel 1916, e costretto ad un periodo di immobilità , scrive le pagine intime del Notturno, quasi un diario, libro della memoria e della meditazione. Il libro è diviso in tre parti dette “Offerte” ed è seguito da una “Annotazione”, scritta nel 1921, quando l'opera fu pubblicata. Nella seconda Offerta , si collocano le pagine dedicate alla visita alla madre malata (1915) che ripercorrono i momenti del ritorno alla casa, attraverso il percorso nelle stanze poste in successione come stazioni della Via crucis fino all'incontro con la figura materna trasfigurata dalla malattia: Le stanze e La stalla del cavallo Aquilino.

Libro segreto o cento e cento e cento pagine del libro segreto di Gabriele d'Annunzio tentato di morire

L'ultima opera a cui il Poeta si dedica nel ritiro del Vittoriale, s'intitola Cento e cento pagine del Libro Segreto, pubblicata nel 1935: in quest'opera si accumulano considerazioni sul presente e ricordi affioranti dalle zone più diverse del passato che evidenziano il forte sentimento di legame con la sua terra, con la sua gente e con i suoi familiari e con la sua casa, luogo di imprese memorabili infantili: Via crucis, Via necis Via nubis, Regimen hinc animi.